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martedì 25 dicembre 2012

Troia (Sub-Appennino Dauno)

TROIA

(Sub-Appennino Dauno)



Posta alle pendici del Subappennino  ad un'altitudine di 439 s.l.m. e in posizione prospiciente al Tavoliere delle Puglie, Troia affonda le sue radici nella storia dell'eroe greco Diomede, dopo il suo approdo nella terra dauna. Quindi la sua fondazione avvenne intorno al  XII- XI secolo a. C. 
Divenne  colonia romana, col nome di Aecae. Ma  all'epoca vi era solo un primo abbozzo del borgo : sulla stessa cittadella romana fu fondata nel 1019 la nuova Troia bizantina, rafforzata per difendersi dai Longobardi di Benevento.
Tuttavia essa più fu volte assediata e subì  varie dominazioni, passando dagli Angioini agli Aragonesi...
In particolare ricordiamo l'assedio da parte dei Saraceni di Federico II che avevano il loro avamposto a Lucera con  conseguente incendio che ne distrusse le mura.
La città ebbe molta importanza a livello religioso in quanto Papa Urbano II vi tenne il primo Sinodo di Troja, cui ne seguirono altri tre sotto diversi Papi.
Nei secoli a venire, fu feudo sotto varie famiglie, tra cui gli Avalos e i Guevara.
Con  la dominazione dei Borboni, Troia restò ad essi  fedele fino al crollo della monarchia.
Nel 1860 Troja insorse per resistere agli invasori piemontesi, ma i sabaudi riuscirono a sottometterla.

Troia è un piccolo scrigno nell'ambito dei borghi del Sud, che raccoglie in sè diversi tesori artistici.

                           LA CATTEDRALE

La cattedrale, ovvero  Concattedrale della Beata Vergine Maria, pone le sue basi su di un precedente edificio bizantino, che era già designato a sede vescovile.
La sua fondazione risale al 1093; è di stile romanico-pugliese, ma la sua costruzione fu influenzata dallo spirito pisano-orientale. L'interno è a tre navate, divise da tredici colonne marmoree; la pianta è a croce latina.
La decorazione della parte absidale risale alla fine del secolo XII, mentre i bracci del transetto risalgono al XVIII secolo, a causa della ricostruzione  fatta a seguito di un  forte terremoto.
Ma la vera meraviglia della Cattedrale di Troia  è la sua bellezza esterna, nella facciata e nel bellissimo rosone a 11 raggi.

La parte superiore riprende la zona interna della navata centrale con tetto a doppio spiovente sorretto da due ampi contrafforti.


   

La facciata, rivolta a Nord, è divisa in due parti: in quella inferiore troviamo elementi di decorazione pisana scandita da archi ciechi che sembrano di modello orientale con elementi figurativi e geometrici.
 
 

 Qui si trova il portale con la porta bronzea del 1119: l'architrave presenta sculture di stile bizantino rappresentanti Cristo tra Maria e Pietro, i simboli degli Evangelisti e i Santi Eleuterio e Secondino, leggendari vescovi della città romana di Acae, le cui reliquie sono custodite in chiesa.
La porta bronzea, eseguita da Oderisio di Benevento, unisce elementi cesellati; rimangono dell'originale solo quelli superiori, in quanto le formelle inferiori sono state sostituite da raffigurazioni di vescovi nel Rinascimento. Gli elementi suddetti sono cornici, maschere leonine e draghi alati.





 Il fianco sud riprende riprende la decorazione con archi ciechi della facciata decorati con elementi geometrici di diverso colore.

 

 L'ingresso laterale della Chiesa ne è il suo normale accesso, ed è dotata di ante eseguite da Oderisio nel 1127. E' costituito da 24 formelle, di cui le 12 superiori ritraggono i vescovi di Troia. Al di sotto vi sono maschere leonine reggi-battaglio e ancor più in basso ritroviamo la firma dell'autore.





Il  rosone della Cattedrale di Troia merita un discorso tutto suo, in quanto è un eccelso esempio di tecnica scultorea a traforo: è composto da 11 colonne (di stile simile all'ordine corinzio) che si irradiano dal centro dello stesso secondo angoli uguali, e a loro volta connesse da archi che fanno da cornice. 11 sono dunque gli spicchi, decorati con diversi tipi di perforazioni diverse a loro volta da quelle degli archi: è un vero e proprio merletto!
Al centro del rosone le colonnine poggiano su un cerchio di pietra decorato a squame, che determina una "corda che si chiude", "un serpente che si morde la coda", simbolo dell'eternità...; morte e resurrezione, cioè  Gesù stesso con le 11colonnine che vi si incastonano rappresentanti gli Apostoli senza Giuda Iscariota.




Oltre alla meravigliosa Cattedrale dobbiamo menzionare il Museo Civico   allestito e inaugurato nel 1981 nei locali del piano terra e del semiterrato del cinquecentesco palazzo di Avalos.
Esso è suddiviso in cinque settori: epoca contemporanea, moderna, medioevale, romana e preromana.

Tra i  reperti più importanti in esso contenuti vi sono  il Sarcofago di San Secondino proveniente da Costantinopoli (del VII sec.),  colonne e capitelli con epigrafi funerarie di epoca romana, la lastra sepolcrale di Rubria Marcello (II-III sec. d.C.), una litografia del corpo imbalsamato di Federico II.


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